Francesco Natale
Ieri discutevo con Cassandra.
Cassandra è una mia carissima amica così passionalmente Greca da essere Ellenica, così sanguignamente Ellenica da essere Achea.
Cassandra, che è pure molto bella, sveglia, intelligente, Moglie e Madre, ha palle d’acciaio e sensibilità non comune. Ben più di parecchi “ominicchi” che conosco.
Per questo è sempre stimolante ed istruttivo discuterci, anche e soprattutto in maniera nerboruta: non è mai un’operazione a “somma zero”, ovvero si impara o si capisce meglio qualcosa sempre, tra una pioggia di quadrelle reciproche e l’altra.
Oggetto del contendere: i “migrantes”.
Lei, in quanto Donna e Madre, presumo, è da sempre più attenta e ferita dall’aspetto umanitario della questione.
Io, in quanto spaccavetri, sono sempre stato più preoccupato dagli aspetti politici e metapolitici della faccenda, fatto salvo il rispetto cristiano per la Vita umana.
Man mano che confrontavamo dati, rispettive posizioni politiche, sensazioni e ipotesi sui possibili scenari, sia pregressi che attuali e futuri, ci siamo resi conto di addivenire progressivamente ad una sintesi comune, pur partendo da presupposti solo apparentemente diversi.
Lo ribadisco qui per l’ennesima volta: la fuffa totale dei “viaggi della speranza” che arrivano a costare 6000, 7000, 8000 fino a 10.000 Euro è, perlappunto, pura fuffa, criminalmente diffusa da stampa e media infami al fine di narcotizzare le coscienze.
Quanti sono in Europa, nella “civile” Europa i cittadini “medi” che possiedono 7000 Euro sul proprio conto corrente? Chi può in Francia, Italia, Grecia, Germania disporre liberamente di simili cifre? Quanti ne conoscete personalmente e direttamente?
Ecco, esatto.
Come possiamo anche solo lontanamente credere che una massa tra le 700.000 e il milione di unità, tutta concentrata nell’Africa sub-sahariana, abbia in libera disposizione cifre del genere?
Cifre che, per altro, consentirebbero un tenore di vita estremamente alto in paesi ove il reddito pro-capite sconfina nell’algebra.
Ergo, assodato che scafisti e, soprattutto, “reclutatori” NON lavorano gratis, qualcuno paga.
Chi e per quale motivo?
Sul “chi” io non ho dubbio alcuno: il Qatar è in cima alla lista dei “contractor”. A seguire gli altri stati canaglia nella penisola arabica e, non ultimo, il paese a più alta densità islamica del pianeta, ovvero l’Indonesia.
I flussi di denaro che finiscono nelle tasche dei mercanti di uomini partono per lo più da questi “paesi”, fatte salvo eccezioni frizionali che, al più, possono riguardare qualche tunisino o iraniano, i quali, FORSE, il viaggio se lo sono effettivamente pagato.
Eccezioni a parte, i “migrantes” sono comprati e pagati a pezzo. Come se fossero laterizi o tondini di ferro. E spesso sono acquistati loro malgrado: i cosiddetti “reclutatori”, ovvero coloro che si occupano della prima tratta dal deserto alle coste, selezionano, rapiscono o comunque costringono uomini e specialmente donne al famigerato “viaggio della speranza”. Poiché vengono pagati “a pezzo”, più sono meglio é. Che i diretti interessati lo vogliano o meno.
Veniamo al “perché”. Perché spendere cifre tutt’altro che modeste (ma poco incisive per chi naviga sui petrol-dollari, ricordiamolo) al fine di fomentare un flusso infinito di persone puntato come un laser verso le nostre coste?
Qui siamo nell’ambito delle ipotesi.
Quella che io scelgo, in quanto oggettivamente sostanziata da fatti evidenti, indica nella precisa volontà da parte dell’islam “che conta davvero” di destabilizzare inesorabilmente le nazioni europee.
Esempio lampante è quanto ha fatto Erdogan alla già colpevolmente scassata Grecia: si stima che nelle ultime settimane siano stati scaricati 40.000 “profughi” sulle coste dell’Egeo, dello Ionio, del Mediterraneo. Tutti con “lasciapassare” turco. Dall’inizio delle infami “primavere arabe” pare che la Turchia ne abbia “gestiti” in questo modo oltre 200.000. I Turchi, come è noto, vuoi per la questione cipriota, vuoi per ragioni storiche risalenti, odiano a morte i Greci. E in questo Erdogan è più turco dei Turchi.
Quale “arma” migliore, per disastrare ulteriormente un paese che già versa in condizioni critiche, della “bomba bianca” della quale i cosiddetti “profughi” sono detonatore, in grado di suscitare immediatamente “umanitaria empatia” da parte di una opinione pubblica narcotizzata ed eterodiretta? Chi mai potrebbe stigmatizzare la Turchia ed appoggiare le ragioni dei Greci vessati loro malgrado da una marea umana che essi non sono oggettivamente in grado di gestire, supportare e sopportare?
Che siano o meno parte attiva e consapevole in questo abominevole processo, il risultato non cambia: i “migrantes” sono sfruttati dai loro compratori come leva destrutturante, come ariete da sfondamento, come fornello da mina destinato a fare esplodere le nostre intrinseche, congenite contraddizioni. E chi li compra conosce alla perfezione le nostre debolezze, le nostre piccole e grandi vigliaccherie, la nostra prona predisposizione all’appeasement, i nostri latenti (e fertilizzati!) sensi di colpa.
E li sfrutta di conseguenza: le tragedie del mare non sono casualità figlie di un “destino” infame, quanto più attivamente ricercate da quanti, considerando la Vita umana come bene commerciabile, sanno benissimo che un naufragio doloso peserà in automatico sulla coscienza anestetizzata ed eunuca di noi europei, laddove lascerà assolutamente indifferente l’emiro-mercante del caso, abituato di suo a disprezzare la Vita dei suoi sudditi. Figuriamoci quella di “merce” che proviene dall’Africa, mai vista né conosciuta. Semplicemente COMPRATA.
Ma, ladies and gentlemen (cit. Gianna Jessen) c’è di peggio. Di molto peggio. Almeno da un punto di vista ideale e, quindi, sostanziale.
Vi invito a pensare agli insopportabili mantra che, in stereofonia sperequata, gridano quotidianamente la virago bersanianamente terza carica dello Stato e il ladro di ossigeno Saverio Tommasi, ovvero: “Dobbiamo accoglierli perché i migrantes SONO una RISORSA e perché abbiamo MOLTO da IMPARARE da loro”.
Per questo ringrazio nuovamente Cassandra: perché è infiammandomi con Lei che ho capito con chiarezza qualcosa che nell’inconscio già sentivo, ma che non riuscivo a focalizzare.
La logica dei cosiddetti “immigrazionisti” non solo non è diversa, ma pressoché sovrapponibile perfettamente a quella dell’emiro-scimmia di cui sopra: ti devo accogliere NON perché sei disperato, nel bisogno estremo, perché semplicemente Uomo, perché magari non hai più una Patria, una Terra, una Famiglia.
Ma perché mi sei potenzialmente UTILE. Perché da te “posso imparare”. Perché sei una “risorsa”. Perché sei funzionale ad un progetto politico. Sei MERCE. Due volte: la prima per chi ti compra materialmente e tuo malgrado nel paese d’origine. La seconda, il che forse è pure peggio, per chi ti svende a prezzo di costo per conquistarsi, in assenza di carismi percepibili, una tribuna stampa, un vernissage, una kermesse.
O una poltrona istituzionale che non guasta mai.
Ora, se cedessimo a questa logica, profondamente cinica sotto la patina del buonismo un tanto al chilo, dovremmo onestamente riconoscere che i “migrantes” NON sono per un cazzo una risorsa: la loro semplice presenza deprezza il mercato del lavoro. Chi me lo fa fare di assumere un Italiano a stipendio equo e dignitoso come Costituzione prevede se posso scegliere di sottopagare, quasi sempre in “nero”, una flottiglia infinita e fungibile di Pakistani, Magrebini, Mauritani, Senegalesi?
Siamo di fronte ad una applicazione distorta e nefasta della “Mano Invisibile” di Adam Smith.
L’unico “risultato” economico che il flusso ininterrotto ed ingestibile di “migrantes” ha prodotto è stato il fottere completamente certuni settori microeconomici ma VITALI per il nostro Paese.
La proliferazione spasmodica dell’odioso “caporalato” in parti significative del Sud Italia (Ma la “accogliente” Emilia non ne è immune, così come altre “civilissime” regioni del Nord) ne è riprova.
Quando Boldrini parla di “risorse” dobbiamo in realtà tradurre con Schiavitù.
Come tutti gli stinti e pericolosi burocrati il cui massimo sogno consiste nella costituzione di comitati, sottocomitati, commissioni e supercommissioni, delle quali ovviamente essere a capo indiscusso (infatti guai a discuterla: fioccano querele e poliziotti per casa), i mentecatti di tal fatta pretendono di imporre la “bontà” (la LORO “bontà”) per legge.
Salto alla conclusione: se tolgo Cristo dall’orizzonte umano, come la falange boldrinista ha preteso di fare, non c’è più spazio per nessuno. Non c’è legge o “etica laica” che tenga.
Perché il mio Prossimo, specie se bisognoso, fa schifo al cazzo spesso e volentieri. E’ insopportabile. Puzza. E’ vomitevole. E’ ripugnante. E’ protervo, superbo e pretensioso.
E, proprio per questo, perché imperfetto, perché fallato, perché insopportabile che andrebbe, qualora possibile, aiutato. Qualora si creda. Qualora pure non si creda ma si senta che c’è comunque qualcosa che NECESSARIAMENTE va al di là della retorica buonista.
Perché aiutare, e, ATTENZIONE, con l’accortezza e la SEVERITA’ del caso, perché buoni va bene, ma fessi NO, chi è piacevole, UTILE, “risorsa”, in grado di farmi “imparare” qualcosa è molto facile. Facilissimo, anzi.
O c’è quindi qualcosa di più, qualcosa che mi induce davvero a percepire il Fratello nell’altro, proprio perché non ha NULLA da darmi, nulla da insegnarmi, nulla da offrirmi se non, qualche non infrequente volta, ingratitudine e violenza (di fronte alle quali è doveroso reagire), o altrimenti stiamo, guarda caso, parlando di nulla.
Di quel nulla criminale che caratterizza quanti nei “migrantes” o vedono una piattaforma politica buona per tutte le stagioni o un placebo per narcotizzare i propri reconditi sensi di colpa.
In entrambi i casi siete peggio dell’emiro-scimmia di cui sopra. Lui, per quanto perverso sia, almeno ha un piano. Ben definito. Voi no.
Perché, vedete, a me della macinatura del sorgo o della realizzazione di manufatti equi&solidali in guano non me ne fotte una sega. Della “profonda religiosità” degli infibulatori compulsivi nulla mi importa se non come aberrazione da sterminare.
Dalla “immensa cultura” propria di “culture” mai avanzate rispetto alla zagaglia, al propulsore, all’agricoltura “taglia&incendia” ed alla cosificazione della Donna non ho un cazzo di niente da imparare.
E quindi non può essere questo il metro morale che mi può indurre a SCEGLIERE di aiutare, come vorrebbe la sempre-piangente-madonna-Laura
Ci vuole qualcosa di più, anzi di molto meno e di molto più semplice: esattamente quello che la rettocrazia (nel senso di culo) ha la pretesa di togliermi.
Ovvero un orizzonte ALTRO. Metafisico, se vogliamo impropriamente dire? E allora diciamolo, senza problemi.
Perché in alternativa, citando a braccio Camillo Langone, siamo destinati a subire “feste dell’integrazione” quali quelle che imperversano da Bologna a Trapani, da Pescara a Bolzano, nelle quali, attenzione nuovamente, si mangia cous cous tutti assieme.
Integrazione vuol dire casomai che ci troviamo tutti assieme per mangiare fave e salame, lasagne e anguilla, spatzle e cingalini, tortore e pansoti, bughe in carpione e fricò, moccetta e abbacchio, Fontina e gnocchi al pesto, pizzelle di Alcamo e prosciutto di Sauris.
Solo chi è profondamente idiota, vermiforme, celenterato può concepire simili scempi ove il “migrantes” è trattato alla stregua di un fenomeno da circo, una scimmietta da blandire sperando che raggiunga la proverbiale banana appesa all’albero. Solo chi un vero Povero, di qualunque nazionalità compresa la dimenticata nostra, non l’ha mai visto manco in cartolina può arrivare a concepire una simile Auschwitz del non-pensiero.
Nazisti inconsapevoli, comunque carne da Inferno.
Andate a fare in culo.
Ad maiora…